Riflessioni in noir. Marta Brioschi su Fix On MagazineIn evidenza Lifestyle News Riflessioni in Noir Rubriche 

Perché non dovremmo più festeggiare l’8 marzo.

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Immaginate un mondo in cui l’ 8 marzo venga annullato, un giorno in cui le donne non debbano più sentirsi “celebrate”. Che liberazione! Niente più fiori appassiti o cioccolatini insipidi, che in fondo, ci farebbero solo ingrassare. E chi ha davvero voglia di un pranzo con le amiche, dove si discute di diritti e conquiste, quando si può rimanere a casa ad affogare le nostre pene in una serie TV true crime?

Diciamocelo, è ora di placare quest’ardente desiderio di celebrazione. Lasciamo che le conquiste del passato restino sepolte come quelle povere sventurate nei miei romanzi: chi ha bisogno di diritti quando possiamo seppellire il tema sotto cumuli di “sì, ma chi le ascolta, poi?” Se smettiamo di celebrare, non dovremo più sprecare tempo a rendere omaggio a chi ha lottato al posto nostro. Meglio riconoscerlo: le donne hanno già abbastanza stress senza dover affrontare un’altra tazza di tè con discorsi sul femminismo.

In sostanza, perché ricordare le ingiustizie perpetue snocciolandole come un mantra quando potremmo semplicemente ignorarle? Qualcuno sicuramente avrà già scritto da qualche parte che il DNA mostra nelle donne un’incredibile capacità di dimenticare il dolore, come il dolore del parto, per esempio. Immaginate quanto sarebbe bello se succedesse lo stesso con le lotte, i diritti e i traguardi e potessimo scioglierli tutti come cadaveri in un romanzo giallo. Un bel colpo di spugna e… puff!

Tutto questo pleonastico rumore sul giorno delle donne: una mera distrazione per le scrittrici di gialli come me, che preferirebbero invece schiacciare un tasto “riformula” per editare trame già scritte. Quindi, carissime, per favore, facciamo un favore alla storia e smettiamo di celebrare. In fondo la cosa migliore in un romanzo è sempre il colpo di scena finale e quale migliore svolta inaspettata ci può essere di un indizio importante, messo proprio sotto il naso dei lettori che venga completamente ignorato?

Nell’attesa di quel fortunato giorno, a tutte voi, mie care lettrici, un sincero augurio di buona vita. (E copritevi bene, ché l’aria di ponente che tira non promette niente di buono!)

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